Cosenza

Lunedì 25 Novembre 2024

Operazione antidroga a Rossano: 4 arresti. Sequestrati 250 chili di marijuana. La centrale della droga in un capannone di Santa Sofia

Vasta operazione antidroga condotta dalla Polizia di Stato che ha sgominato un giro importante di spaccio di sostanza stupefacente nel territorio di Rossano e basso Jonio. Gli agenti del commissariato di pubblica sicurezza di Corigliano Rossano hanno operano fin dalla notte scorsa arrestando 4 persone: tre cittadini di nazionalità cinese su Cariati e un cittadino rossanese. Ingente il quantitativo di droga sequestrata: si tratta di 250 chilogrammi di marijuana occultata all’interno di decine di sacchi di plastica. Sottoposti a sequestro anche gli automezzi utilizzati dagli indagati. Le quattro persone coinvolte sono state trasferite nel carcere di Castrovillari.

La centrale della droga nel capannone di Santa Sofia

Verso la fine di giugno, la polizia di Corigliano-Rossano ha individuato un capannone nella zona industriale di Santa Sofia D’Epiro (CS), utilizzato per la coltivazione di sostanza stupefacente del tipo “marijuana”. All’interno è stata rinvenuta una vera e propria “centrale della droga” oltre che un’ingente quantità di droga.

Informata, la Procura di Castrovillari ha emesso un decreto di ritardato sequestro per poter svolgere ulteriori indagini ed individuare le persone coinvolte. Contestualmente è stato disposto il monitoraggio costante dei luoghi in cui era in corso l’attività delittuosa, con appostamenti in tutto l’arco della giornata per quasi una settimana anche con l’ausilio della Squadra Mobile di Cosenza.

Le fasi dell'arresto

E' stato ieri che, alle prime luci dell’alba, il personale impiegato nel servizio di appostamento ha notato un movimento “anomalo” di automezzi (un’auto ed un furgone) e l’arrivo di tre persone (due donne di nazionalità cinese ed un italiano). Il conducente del furgone, entrato nel capannone, dopo circa mezz’ora ha lasciato repentinamente la zona. Il pedinamento del furgone è terminato, dopo circa 40 km, nella zona industriale di Corigliano Rossano con il fermo dell’uomo e la sua identificazione. In quegli stessi frangenti, le due donne di nazionalità cinese, dopo avere richiuso il portone del capannone, erano pronte a lasciare la zona a bordo della loro auto, ma sono state bloccate prima che si potessero dare alla fuga. Si è proceduto quindi ad una perquisizione del capannone, all’interno del quale è stato  trovato anche il quarto indagato, un uomo cinese che si era nascosto sotto alcuni materassi per sfuggire alla cattura. Tutte le attività sono state svolte in continuo contatto con il Procuratore della Repubblica di Castrovillari Alessandro D’Alessio, che ha seguito personalmente tutte le fasi delle indagini.

Un'organizzazione "ingegneristica"

All’interno del capannone vi erano vere e proprie “serre” adibite alla coltivazione e produzione di marijuana, complete di tubi di aspirazione, bidoni di fertilizzanti, materiale elettrico, pompe di aspirazione. Vi erano altresì termometri per il controllo costante della temperatura, lampade alogene ed altro, nonché una macchina finalizzata alla triturazione del materiale erbaceo prodotto, per poterne favorire il confezionamento. Il filtraggio dell’aria veniva controllato attraverso l’applicazione ed il ricambio di filtri a carbone attivo per il controllo degli odori sprigionati dalla lavorazione dello stupefacente. Una vera e propria “organizzazione ingegneristica” ha permesso la produzione di numerosi cicli annuali e un giro d’affari milionario, considerato anche che il capannone era nella disponibilità di uno degli indagati già dal 2022.

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