Cosenza

Sabato 23 Novembre 2024

Processo Frontiera al clan di Cetraro: rideterminate le condanne. I NOMI E LE PENE

Franco Muto

Il processo “Frontiera bis” si conclude con la condanna degli imputati ai quali è stata rideterminata la pena. Nel primo pomeriggio di ieri, i giudici della Corte di Appello di Catanzaro (presieduta da Antonio Rizzuti; Carlo Fontanazza e Paola Ciriaco) hanno emesso il dispositivo di secondo grado nei confronti di figli e familiari di Franco Muto e anche di presunti esponenti della cosca di Cetraro, per i quali la Corte di Cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza d’appello. Ieri, sono state quindi rideterminate le pene nei confronti dei figli del “Re del pesce”, Luigi Muto condannato a 14 anni e 8 mesi; mentre Mara Muto a 6 anni e 10 mesi. La moglie di Franco Muto, Angelina Corsanto, dovrà invece scontare 8 anni, 10 mesi e 20 giorni; mentre Andrea Orsino, genero dell’anziano boss, è stato condannato a 6 anni e 10 mesi. La Corte ha, inoltre, condannato Franco Cipolla (14 anni, 5 mesi e 10 giorni); Alessandro Di Pasquale (10 anni e 8 mesi); Guido Maccari (16 anni 3 mesi e 10 giorni), Antonio Di Pietramonica (6 anni e 10 mesi), Alfredo Palermo (9 anni, 11 mesi e 10 giorni) e Fedele Cipolla (3 anni e 20 giorni). Non luogo a procedere per Carmine Occhiuzzi e Giuseppe Fiore perché i due sono deceduti. Il nuovo processo d’appello è scaturito dall’annullamento della Cassazione di una parte dei reati contestati ad alcuni degli arrestati. Ed è per questo motivo che si è svolto un nuovo processo d’appello che ha riguardato, in particolare, la presunta aggravante dell’associazione armata per i presunti esponenti del clan Muto di Cetraro. Nei confronti di questi imputati, che avevano scelto l’abbreviato, la Cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza d’appello proprio sul reato di associazione. Del collegio difensivo fanno parte, tra gli altri, gli avvocati Rossana Cribari; Riccardo Maria Panno; Giuseppe Bruno; Fiorella Bozzarello; Salvatore Staiano. Tutti gli imputati devono considerarsi innocenti fino a sentenza passata in giudicato.

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