Omicidio Lanzino, 35 anni dopo. Nucci: “Sì è lavorato molto male: un'inchiesta non svolta, non si recupera”
“Sì è lavorato molto male: un'inchiesta non svolta, non si recupera”. Basterebbe questa frase pronunciato con un triste sorriso dall'avvocata Ornella Nucci (attuale presidente dell'Ordine cosentino) per spiegare come mai, dopo 35 anni, il delitto Roberta Lanzino non ha ancora un colpevole. Anzi, dei colpevoli. “È stato ampiamente spiegato come fosse impossibile che, nel poco tempo a disposizione una persona sola potesse effettuare una doppia violenza nei confronti di Roberta e contestualmente adagiare il motorino lungo la scarpata. Così come è stato largamente spiegato il perché Roberta non avesse nessun appuntamento: sapeva che ci sarebbe stati i genitori alle sue spalle”. Non sono bastati due processi per certificare la verità. Ma il momento è molto semplice. “Si sono verificati molti errori, tante cose sono sfuggite di mano subito e poi è difficile recuperare. Poi ho notato che c'è stato uno scollamento tra i lavori dei vari magistrati che si sono succeduti durante il caso. Mi spiace solo che Franco Lanzino, papà di Roberta, è morto senza che venisse certificata la verità”