La criminalità africana. Anzi, nigeriana. Una mafia, come confermano autorevoli sentenze emesse dai tribunali piemontesi e siciliani, dotata di statuti, riti di affiliazione, gerarchie, saluti convenzionali e simboli di riconoscimento. I nigeriani si occupano di tutto: dalla clonazione della carte di credito, alla gestione del racket della prostituzione passando per lo spaccio di cocaina, hashish e marijuana e le estorsioni. La loro simbologia ed i rituali di affiliazione richiamano le cosche nostrane. In Calabria vendono droga, governano il caporalato nei campi e “gestiscono” le ragazze mandate a battere nella Piana di Gioia Tauro, in quella di Sibari e lungo le vie costiere di collegamento che da Lamezia Terme portano fino ad Amantea.
La prostituzione
Le ragazze ricattate. Ripetute inchieste condotte a Lamezia, Rosarno, Sibari e Corigliano Rossano confermano l’esistenza di scenari agghiaccianti. Ogni prostituta sottoscrive nella città d’origine un vero e proprio contratto con cui s’impegna a restituire alla organizzazione 50.000 euro equivalenti alle spese sostenute per farle compiere il viaggio verso l’Italia. La futura “lucciola” viene quindi affidata ad un accompagnatore – detto “trolley” – che l’aiuta ad attraversare vari stati (Togo, Ghana, Costa d’Avorio) per raggiungere la Libia. Dalle spiagge della Tripolitania – come già abbiamo spiegato in altre occasioni su Gazzetta – la donna s’imbarca poi sui gommoni destinati ad essere soccorsi a ridosso delle acque internazionali dalle navi militari e dalle imbarcazioni delle Ong. Messo piede nella Penisola, la donna viene quindi abbandonata dal “trolley” e consegnata ad una “madam” o “mamam”. Si tratta di una donna della medesima nazionalità, messa a stipendio dalla organizzazione, che la istruisce sul come comportarsi e che, mensilmente, riscuoterà il denaro destinato ad estinguere il debito da 50.000 euro. Il controllo sulle prostitute è asfissiante e basato su minacce fisiche e costrizioni psicologiche. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza