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L'aggressione in ospedale a Paola, l'indignazione del sindacato dei medici: “Niente sicurezza e turni massacranti”

«Esprimiamo l’indignazione di tutta la categoria medica, per l’ennesima aggressione ad un medico, iscritto Smi (sindacato medici italiani), operante nella sua qualità di soccorritore del 118. Il grave episodio è avvenuto in un contesto assurdo, ove il medico si era recato con l’equipaggio su richiesta della centrale operativa. Da quanto riferito, sembrerebbe, che il paziente si fosse recato presso il pronto soccorso di Paola già in precedenza, sempre con la stessa patologia, ossia dolori addominali. Dopo i controlli del caso era stato dimesso, con le prescrizioni mediche": così in una nota Cosmo De Matteis, presidente Nazionale Emerito dello Smi, commenta l’episodio.
«Il medico aggredito, a cui è stata data una prognosi di giorni dieci, si riserva - prosegue la nota - di querelare l’aggressore, essendo ormai diventata una prassi aggredire, medici ed infermieri». «Tuteleremo il nostro iscritto in ogni sede, ma ribadiamo, allo stesso tempo, la necessità che la Regione non continui a far gravare le croniche carenze, la mancanza di posti letto, le lunghe liste di attesa per esami e visite specialistiche sul personale medico e sanitario».

Turni massacranti

«Nella PET di Paola operano solo cinque medici con turni stressanti e con una incidenza di richieste triplicate in queste settimane. Chiediamo alla politica e al Commissario Regionale per la Sanita, anziché discutere dell’ennesimo piano sanitario, di fatto irrealizzabile, in quanto mancano gli attori principali, ossia i medici - quei pochi rimasti, si sottolinea - viste peggiorare le condizioni lavorative ed economiche preferiscono passare nel privato più remunerato e sicuro - si provveda - conclude lo Smi - a garantire la sicurezza degli operatori, dotandoli di mezzi e strumenti idonei».

 

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