L’amministrazione comunale denuncia la presenza di scarichi anomali di acqua scura e maleodorante nell’impianto dei Laghi di Sibari, specifica che il funzionamento dell’impianto non è a rischio, manda le carte in Procura e alle forze dell’ordine e invita i cittadini del complesso nautico sibarita a evitare gli sversamenti non autorizzati. È successo tutto nei giorni a cavallo di Ferragosto quando la ditta Analiticals Ambiente, società che gestisce i depuratori comunali, ha segnalato agli uffici comunali alcuni ingressi anomali di acqua scura e maleodorante nell’impianto dei Laghi di Sibari, preoccupandosi per il prosieguo della normale attività del depuratore. «Appena siamo venuti a conoscenza della cosa – spiega il sindaco Giovanni Papasso – ho intimato alla ditta di mettere in atto tutti gli accorgimenti tecnici, come peraltro segnalato da loro, per garantire la depurazione e nel contempo ho attivato ed allertato l’ufficio tecnico per verificare dai pozzetti e dagli impianti di sollevamento quanto denunciato e comunicato dalla ditta». Dai controlli è emerso che, effettivamente, c’è un ingresso anomalo di acqua. Motivo per cui, visto quanto accaduto nel 2017 quando il Papasso stesso venne denunciato e il depuratore sequestrato, si è agito con fermezza e in modo diverso. «In primis – ha spiegato ancora il sindaco - ho reiterato l’ordinanza già emanata nel 2017 quando mi beccai un processo ingiustamente (e per questo venni assolto con formula piena), per tutti questi motivi chi sta abusando degli impianti oltre che della nostra pazienza verrà punito». In particolare l’ordinanza intima a tutti i proprietari delle unità abitative e delle attività commerciali ricadenti nel complesso Laghi di Sibari di immettere nell’impianto fognario esclusivamente reflui domestici, specificando che non possono essere scaricate nella pubblica fognatura altre sostanze e, in particolar modo, «...acque reflue contenenti sostanze pericolose (sia in azione diretta che in combinazione con altri prodotti) che possono danneggiare le condutture o interferire con i processi biologici di depurazione o che comunque possano portare condizioni insalubri, disagevoli o di pericolo per l’incolumità delle persone o danno all’equilibrio ambientale». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza