Un tesoro dalle mille potenzialità non sfruttate, ma soprattutto un tesoro di cui nessuno si prende cura. Stiamo parlando delle zone montane che potrebbero offrire la possibilità di variegare l’offerta turistica ampliando il ventaglio delle tipologie di vacanze attraendo così anche segmenti diversi di vacanzieri. Peccato che queste possibilità non vengano adeguatamente sfruttate. Facendo una passeggiata tra alcune delle località note, come ad esempio il “Rinacchio” nella montagna rossanese, ci si imbatte però, purtroppo in un panorama desolante. Si parte dalla condizione delle strade. Con il passare degli anni sono diventate mulattiere con voragini aperte mentre poco o nulla resta delle strutture una volta adibite a “rifugi”. Si tratta delle vecchie strutture una volta utilizzate dal corpo forestale dello Stato e oggi ormai dei ruderi. Quella della zona del Rinacchio ad esempio è stata vandalizzata al punto che ignoti hanno anche divelto la copertura di coibentazione facendo sì che le infiltrazioni aggredissero le pareti. Assente la cartellonistica dei sentieri naturalistici, mentre imboccando la strada provinciale 194 “Pathirion”, che oltre all’Abbazia bizantina porta all’oasi dei giganti secolari dei castagni di Cozzo del Pesco. Un’oasi non proprio felice visto che urgono interventi di manutenzione per far “respirare” questi alberi millenari soffocati dagli abeti Douglas che portano con sé dei parassiti nocivi per i castagni.
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