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Cosenza, appello dei dializzati a Occhiuto: “C’è bisogno di manager oculati”

Il vice segretario dell’Aned esclude la necessità di un’apertura del servizio ai privati. Scarmozzino: «Nelle aziende cosentine poca terapia domiciliare» Critiche all’“Annunziata”: servono chirurghi esperti in trapianti

Il sistema salute in Calabria fatica a liberarsi delle scorie di tredici anni di Commissariamento e di altri venti di gestione politica che ha affondato i bilanci aziendali. Per troppo tempo la sanità funzionava benissimo quando c’era da dividersi le poltrone. Commissari, assessori, manager, consulenti, primari: c’era sempre qualche nome da indicare, qualche uomo di partito da premiare, dozzine di posti da lottizzare nelle corsie. E dopo anni, la vena di è esaurita e restano solo difficoltà quotidiane che sono quelle di dover garantire cure e assistenza ai cittadini di questa terra. L’Aned (che è l’associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianto) torna a ruggire col suo vice segretario nazionale, Pasquale Scarmozzino. «Non serve il privato nella dialisi, servono gestioni della sanità pubblica più oculata. Parlo in forza dei numeri ufficiali disponibili, che sono quelli rilevati mensilmente dal Centro regionale trapianti (Crt) della Calabria. Le cifre al 30 giugno scorso ci dicono che nella Calabria Nord sono in cura 639 pazienti totali e solo 42 in dialisi domiciliare (peritoneale) che corrispondono al 6,5%. Un indice che sale, invece, nella Calabria centrale fino al 17,9% con ben 91 pazienti in dialisi assistiti a casa su 508 totali. L’indicatore torna a precipitare tra i declivi della matematica nella Calabria Sud dove appena il 5,1% di dializzati è assistito in peritoneale (corrisponde a 25 su 350 pazienti totali). Una distribuzione che evidenzia la opaca visione dei vari management aziendali, considerato che la dialisi domiciliare peritoneale costa circa metà della emodialisi – metodica ospedaliera – oltre ad essere più fisiologica e conveniente per la tutela del paziente in ottica anche di trapianto di rene, attività quasi inesistente a Cosenza da mettere a rischio addirittura la chiusura il centro».
Scarmozzino esclude la necessità del ricorso a un servizio di dialisi esternalizzato con il coinvolgimento dei privati. «Il progetto di Aned, premiato dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel settembre 2016, è avere “un mondo senza la dialisi”. Oggi, grazie ai nuovi 20 posti-rene artificiale, implementati negli ospedali di Cariati, Rossano, Paola, Castrovillari nel Dca della nuova rete ospedaliera regionale consentono di dializzare ulteriori ottanta pazienti, se i manager aziendali cosentini si impegnassero a raggiungere l’obiettivo del 17,9 % di pazienti in peritoneale, percentuale già realtà in ambito Calabria centro, potremmo deospedalizzare altri 73 pazienti, liberando almeno 18 posti-rene. Se i manager delle due aziende cosentine perseguissero gli obiettivi stabiliti nel 2018 dal Dca 167 dell’ex commissario ad acta Massimo Scura e, soprattutto, se il commissario dell’Annunziata, Vitaliano De Salazar procedesse all’assunzione immediata dei chirurghi trapiantologi potremmo far uscire dal limbo della dialisi a Cosenza altri pazienti».

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