Di crisi della sanità pubblica calabrese, in termini di efficacia, insieme alla fragilità della rete dei servizi socio-assistenziali, se ne sta parlando ormai da tempo. Così da rappresentare l’espressione più evidente del mancato riconoscimento dei diritti di cittadinanza sociale nella intera regione. Le sue criticità sia sul piano dell’assistenza ospedaliera che su quello della medicina territoriale e di prossimità si sono progressivamente acuite, in conseguenza, soprattutto alla ingiustificata chiusura o al depotenziamento di numerosi ospedali considerati inefficienti e insicuri. Da qui le tante molteplici disfunzioni che costringono l’utenza all’emigrazione sanitaria. Una delle tante storie legate alla crisi della sanità pubblica calabrese è quella recentissima di un pensionato 78enne coriglianese, il quale per un’indagine diagnostica riguardante l’Ecocolordoppler Aorta Addominale (un tipo di ecografia vascolare che permette lo studio morfologico e funzionale dell'aorta) sarà costretto ad affrontare circa 400 chilometri per raggiungere Rosarno (in provincia di Reggio Calabria) e viceversa, costretto inoltre ad un’attesa di tre mesi. Proprio così! Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza