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Ospedale di Cosenza, il percorso a ostacoli dei dializzati

Il presidente dell’Aned Calabria denuncia lo stato di degrado dei locali dell’Annunziata destinati alla terapia salvavita

L'ospedale Annunziata di Cosenza

Quando i reni smettono di funzionare la vita cambia di colpo orizzonte. Si scopre un altro modo di restare in vita, quello che costringe alla dialisi. E così può capitare che all’Annunziata, i dializzati siano costretti ad affrontare un cammino aspro col respiro che diventa disperato in mezzo ai disagi di locali che mostrano da tempo gravi criticità. Difficile interpretare i sentimenti di quelle vite prigioniere nel rumore di una malattia che qui fa sentire più soli perché il sistema sanitario è incapace di assisterli. L’Aned (che è l’Associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianto) aveva incontrato a febbraio il commissario Vitaliano De Salazar, come ricorda il leader regionale dell’associazione, Maria Larosa: «Ci era stato assicurato che entro una settimana – mancava solo una certificazione dei vigili – l’oncologia dell’“Annunziata” sarebbe stata trasferita al “Mariano Santo” e nei locali liberati sarebbe stata subito portata la nefrologia e la dialisi. Nell’occasione, avevamo chiesto l’adeguamento di organico nefrologico e infermieristico per garantire la migliore assistenza e, in attesa dei concorsi, avevamo anche sollecitato autorizzazione allo straordinario. Sono passati 7 mesi ma niente di niente è stato fatto».
L’Aned rischiara lo scenario di un angolo dell’ospedale hub ridotto «una tana». Maria Larosa mette in fila i problemi: «Locali fatiscenti e umidi per infiltrazioni piovane; degenza nefrologica, impropriamente adiacente all’obitorio, con porte anguste da impedire spostamento letti degenza con pazienti non deambulanti; degenza incompleta dei servizi sanitari (docce e bidet); la sala d’attesa per i pazienti in follow-up ambulatoriali di trapiantati e nefropatici è ubicata in area priva di qualsiasi confort, esposta ai quattro venti e senza un minimo di riservatezza e sicurezza clinica per passaggio di persone e pazienti verso altri plessi; pazienti uremici costretti anche a dialisi con letti bilancia rotti perché la gara regionale della Sua (Stazione unica appaltante), sebbene chiusa da diversi mesi non è ancora stata avviata; detta condizione rende il trattamento salvavita insicuro e per questo meritano l’acquisto di letti bilancia con procedura urgentissima; dialisi priva di ascensore-montacarichi dove il trasporto dei dializzati barellati è impossibile».

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