Cosenza

Domenica 24 Novembre 2024

Corigliano Rossano, sull’omicidio di Carmine Morello aleggia un oscuro mistero: aveva deciso di parlare?

Dovrebbe tenersi questa mattina l’autopsia sulla salma di Carmine Morello, il pregiudicato di 49 anni trovato ucciso a colpi di pistola in aperta campagna in contrada Strage ai confini con i comuni di Mirto Crosia e Cropalati. Nella giornata di ieri si è proceduto con il conferimento dell’incarico da parte della Procura della Repubblica al perito che dovrà condurre l’esame autoptico. Le ipotesi formulate fino a questo momento sul movente dell’omicidio consumatosi con modalità mafiose attendono risposte, ed elementi importanti potrebbero giungere proprio dall’autopsia, per quanto il cadavere sia rimasto alla merce degli agenti atmosferici per quasi un mese, poiché quasi certamente la morte risalirebbe allo stesso giorno della scomparsa, ossia il 9 agosto. Nessuna sparizione del cadavere, nessuna “sepoltura” in qualche fosso o dirupo. Come anche nessuna particolare attenzione per far sparire la moto con la quale Morello ha raggiunto contrada Strange, lasciata a terra nel luogo in cui è avvenuta l’esecuzione. Tra le ipotesi formulate c’è appunto quella che chi ha ucciso Morello volesse mandare un messaggio ben chiaro, ossia magari che altri potrebbero fare la stessa fine. Forse Morello aveva deciso di parlare? Seguendo su questa scia la decisione presa dallo storico boss della cosca locale ossia Nicola Acri diventato collaboratore di giustizia. Di fatto questa scelta ha scardinato gli equilibri della reggenza sul territorio di Corigliano Rossano, orfano di un capo che gestisca gli “affari” , soprattutto quelli contano, in “sintonia” con gli amici zingari di Cassano e quelli del cirotano. Anche i recenti omicidi sul fronte coriglianese per il predominio sul mercato della droga fanno pensare che è in atto una riorganizzazione dei gruppi finora gestisti dal clan di Acri e forse esistono frizioni tra le varie fazioni. Tutte supposizioni in un contesto in cui in maniera sinistra dopo più di un decennio si relativa calma sono tornati a riecheggiare spari di pistola, con agguati mortali e pioggia di atti intimidatori. Una fase delicata che vede in prima linea le forze dell’ordine a contrastare una criminalità che tenta di rialzare la testa. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza

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