Cosenza

Lunedì 23 Dicembre 2024

Corigliano Rossano, Carmine Morello ripreso in moto da una telecamera di sorveglianza

Un fotogramma nitido. L’ultima immagine in vita di Carmine Morello, ingoiato dalla lupara bianca il 7 agosto scorso a Corigliano e i cui resti sono stati ritrovati due settimane fa alla periferia della città ionica, è stata ripresa da un impianto di videosorveglianza. Il quarantasettenne è in sella a una moto poi rinvenuta a una decina di metri dal cadavere ormai in decomposizione. Sfreccia veloce e poi sparisce dopo aver superato delle auto incolonnate. Morello è stato invitato a un appuntamento e assassinato con due colpi sparati a bruciapelo alla testa. L’uomo che l’ha ucciso gli aveva raccomandato di non portare con sé il telefonino: «Dobbiamo fare una cosa delicata, lascia il cellulare da un’altra parte». Morello ci ha creduto, cadendo nella trappola. Localizzare il corpo - proprio per mancanza di tracce telematiche - non è stato facile per i carabinieri del Reparto territoriale, diretti dal maggiore Marco Filippi. La fine riservata alla vittima - coinvolta in passato nel maxiprocesso “Stop” istruito dalla Dda di Catanzaro contro la cosca guidata dal boss (ora pentito) Nicola Acri - non appare decontestualizzata rispetto ai delitti di mafia avvenuti nella Sibaritide negli ultimi anni. E la circostanza sembra destinata a provocare la trasmissione degli atti dalla magistratura inquirente di Castrovillari a quella distrettuale di Catanzaro.

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