
"L’Associazione Nazionale Docenti, nella persona del suo presidente prof. Francesco Greco, accoglie con soddisfazione il diretto intervento del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara che, a seguito della nostra segnalazione - si legge in una nota - inerente all’aggressione al maestro Cupelli, si è attivato a sostegno del docente. A tal riguardo, il ministro ha dato incarico all’Ufficio Scolastico Regionale, nella persona della Dirigente dott.ssa Antonella Iunti, di compiere quanto necessario per far luce sul caso ed a predisporre ogni forma di tutela a favore della parte lesa.
Si ricorda, infatti, che proprio l’attuale ministro ha di recente introdotto la possibilità per i docenti, vittime di atti di violenza durante il servizio, di avvalersi della rappresentanza e difesa dell’Avvocatura dello Stato. Un importante e significativo segnale di vicinanza ai docenti, volto a rafforzarne ruolo e funzione, che la categoria attendeva da tempo. L’Associazione Nazionale Docenti ringrazia, pertanto, il Ministro per quanto messo in atto finora, con l’auspicio che egli voglia proseguire nella importante opera di ridare ai docenti centralità ed autorevolezza".
La nota del sindacato Usb Scuola
Il sindacato Usb Scuola, con una nota nei giorni scorsi, ha mantenuti accesi i riflettori «sulla brutale violenza subita dal professor Nicola Cupelli dell’Istituto scolastico “Spirito Santo”, qualunque motivazione l’abbia scatenata, va condannata senza mezzi termini». Secondo il sindacato, «quanto accaduto al docente, malmenato da un genitore, è un atto esecrabile che va condannato con forza da tutti. I docenti e il personale Ata svolgono ogni giorno con grandi difficoltà il proprio lavoro, molte volte in condizioni di enorme isolamento, e garantiscono il rispetto delle regole del vivere civile spesso in contesti scolastici difficili. Siamo costernati per quanto avvenuto e siamo vicini al docente, alla sua famiglia e alla comunità scolastica tutta per la brutale e vile aggressione. Nulla può giustificare un simile gesto che rappresenta invece la fragilità di un tessuto sociale sempre più sbrindellato e che usa la violenza per risolvere i propri problemi».
L’Usb teme che la violenza possa diventare l’unico strumento per risolvere i problemi: «Nessuno dovrebbe mai essere aggredito sul proprio posto di lavoro, nessuno nell’esercizio delle proprie funzioni dovrebbe essere bersaglio di violenze verbali, di minacce, di aggressioni. La scuola e chi vi opera, a cui è affidato tra l’altro il compito di trasmettere anche valori esistenziali e civili, garantisce la piena equità di giudizio e valutazione. Qualora si ritenga questo non avvenga, ci sono ben altri strumenti in un contesto scolastico: dal dialogo e dal confronto tra parti alla chiamata in causa degli organi collegiali e di chi deve dirimere eventuali controversie». Per questo il sindacato lancia un appello a chi «ha la facoltà e la responsabilità di modificare le condizioni in cui operano le nostre Scuole, agisca con atti concreti, partendo dall’organico del personale docente e Ata sempre più esiguo e a cui sono affidati compiti sempre più delicati e dall’ampliamento del tempo scuola, dalle attrezzature. E più complessivamente si operi sulle condizioni di vita delle nostre collettività, dove le difficoltà economiche e sociali rappresentano un rischio per la tenuta stessa del tessuto democratico».
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