Il filo di un pensiero unico sta germogliano in questi giorni di lotta per diventa sostanza solida in una terra che non vuole arrendersi. C’è un orizzonte in movimento, un fiume che avanza dentro le piazze e nelle acque che si agitano, si mescolano le voci di presidi, docenti, studenti e genitori. È l’urlo del popolo della scuola che combatte per difendere la sua autonomia. Il dimensionamento, che cancellerà 29 istituzioni nel Cosentino, si ispira a un mondo dell’istruzione che non tiene conto della realtà calabrese e di quella provinciale in particolare. Ieri i liceali del Telesio e i loro docenti sono scesi in piazza XV Marzo per chiedere «una scuola autonoma con un proprio dirigente scolastico e un proprio personale amministrativo ed educativo, che siano presenti tutti i giorni per dare risposte tempestive ed efficaci ad una popolazione studentesca consistente e a un territorio vasto che vede da sempre nel “Telesio” un riferimento certo per i valori e la storia che lo rappresentano. La perdita dell’autonomia che comporterebbe la perdita dell’eccellenza a livello locale e nazionale, di identità, nonché notevoli difficoltà organizzative e didattiche e l’impoverimento dell’offerta formativa. Il “Telesio” non poteva restare insensibile ad un momento in cui si palesano per la nostra regione e provincia accorpamenti, annessioni e ridimensionamenti che inevitabilmente preoccupano il mondo della scuola e i suoi diretti utenti». In attesa del Consiglio di lunedì che metterà una pietra tombale sul futuro della scuola nel Cosentino (a meno di interventi della giustizia amministrativa a cui si sono rivolte diverse regioni come Campania, Emilia Romagna e Puglia), ieri mattina, una delegazione del liceo scientifico “Fermi” è stata ricevuta alla Provincia. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza