Versa in una situazione critica il tetto del Palasport cittadino, che è situato a 1120 metri sul livello del mare e all’interno del vasto parco comunale della Pireinella (a due passi dallo svincolo nord della Statale 107).
Inaugurato 13 anni fa fu oggetto, come si ricorderà, di una lunga controversia tra l’allora sindaco Antonio Barile e l’allora presidente della Provincia Mario Oliverio. Entrambi a rivendicarne il titolo di “proprietà”: Barile perché lo stabile era su suolo comunale; la Provincia perché lo aveva realizzato. Diatriba che paradossalmente finì sul tavolo del Tar della Calabria. Una storia inutile obiettivamente che dava seguito ad una sorta di nemesi: poiché il Palasport fu costruito sulle ceneri della mai terminata piscina comunale. Vilipesa e non gestibile perché - si disse - per riscaldare l’acqua durante i lunghi inverni silani occorreva all’incirca un milione al giorno (di vecchie lire, s’intende!) di spesa elettrica. Trascurata, fu quindi deturpata, saccheggiata e poi demolita. Tanto che finì nelle grinfie di “Striscia la notizia” nella lista nazionale delle famigerate incompiute.
Nel 2010 dicevamo il Palasport e fu festa grande, anche se sul tetto non mancarono alcune riserve di alcuni tecnici. Prova che dopo 5 anni fu Antonio Nicoletti, assessore in giunta col sindaco Giuseppe Belcastro, a chiedere interventi per il dovuto ripristino. Non se ne fece però nulla. Adesso c’è la certezza generale che il tetto è marcito e bisogna intervenire per evitare il peggio.
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