Si riparte. La procura ha chiuso le indagini sull’assassinio di Rocco Gioffrè, 75 anni, avvenuto per mano della vicina di casa, Tiziana Mirabelli. Dopo l’annullamento del decreto di giudizio immediato deciso dalla Corte di assise, il pm Maria Luigia D’Andrea e il procuratore capo Mario Spagnuolo, riformulano le accuse nei confronti della quarantatreenne che ha ucciso il pensionato con 41 coltellate la mattina del giorno di San Valentino (nel febbraio scorso). Le imputazione rimangono uguali: omicidio aggravato e rapina.
La Mirabelli - questa la tesi della magistratura inquirente - avrebbe agito con lo scopo di impossessarsi di una somma di denaro (1800 euro) che la vittima deteneva nel portafoglio. Una tesi respinta dall’indagata (difesa dall’avvocato Cristian Cristiano) che invece sostiene di aver reagito dopo aver subito un’aggressione a sfondo sessuale.
Nei prossimi giorni si svolgerà un sopralluogo nell’appartamento di via Montegrappa dove è stato consumato il delitto richiesto dall’avvocato Cristiano. Poi la Procura ritualmente, dopo aver reinterrogato l’incriminata o vagliato eventuali memorie difensive, avanzerà richiesta di rinvio a giudizio al Gup. L’avvocato Cristiano chiederà il rito abbreviato che, tuttavia, non potrà essere accordato perchè il capo d’imputazione contestato prevede la possibile condanna della donna all’ergastolo. In sede dibattimentale, però, il penalista potrà utilizzare la richiesta per sollecitare la riduzione della pena prevista dal rito alternativo. Richiesta vantaggiosa per l’imputata se la Corte dovesse escludere le contestate aggravanti.
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