C’è una foto che racconta meglio di qualsiasi narrazione la storia del piccolo Michele: lui, che da mesi fronteggia un tumore molto raro, immortalato mentre con una mano sfiora una vetrata che si affaccia sulla città. Quasi come se volesse andarselo a prendere quell’orizzonte. Il suo orizzonte. Non si arrende, così come non si arrendono gli altri “guerrieri” di questa storia. Mamma Isabella e papà Marco. O ancora: nonno Pino e i “camici bianchi” che – a Cosenza prima e a Roma poi – vogliono abbatterlo questo sarcoma di alto grado ai tessuti molli. Un muro molto alto tra Michele e il suo futuro, ma non per questo il piccolo – che nel giorno di Ognissanti, domani, compirà cinque anni – ha smesso di credere di poter racchiudere tutta la città in una sola mano. La differenza col resto del mondo sta tutta lì, nella capacità dei bambini di affrontare con leggerezza anche il peggiore degli antagonisti. E di questa forza si nutre anche mamma Isabella: «In pochi mesi ci è crollato il mondo addosso: prima la diagnosi del Disturbo dello spettro autistico, poi i problemi lavorativi e, infine, la mazzata: una diagnosi che ci ha spiazzato. Sette mesi fa le nostre vite sono cambiate di colpo. Da allora facciamo avanti e indietro tra Cosenza e Roma; Michele è costantemente sottoposto a cicli di chemio e radioterapia, ma è un lottatore».
Un’arma in più è l’affetto della gente. Dei familiari, degli amici, ma anche di semplici sconosciuti che hanno “adottato” Michele e la sua vicissitudine. «Senza di loro», prosegue mamma Isabella, «non ci saremmo potuti permettere questi viaggi della speranza: spesso soggiorniamo a Roma e la raccolta fondi che abbiamo avviato sui social ci ha permesso di poter ingaggiare questa battaglia. A causa delle terapie, il midollo osseo del nostro piccolo è stato frantumato ed è stato necessario un autotrapianto di cellule staminali e per questo motivo si trova in isolamento».
Ciò non gli impedirà di festeggiare il suo quinto compleanno. «Michele è circondato da tanto affetto. Grazie a Francesca Lagatta, una giornalista, è stata avviata una raccolta di regali: siamo stati sommersi e ciò ci riempie di gioia, per quanto possibile. Per Michele è molto importante avvertire questo affetto. Così come sono importanti le preghiere di chi sta pensando a lui spessissimo, da molti mesi. Da credente, so che i momenti dedicati al mio piccolo hanno un valore prezioso. Quest’anno sarebbe stato solo un giorno in più trascorso in ospedale, attaccato alle flebo. Invece il suo compleanno avrà un sapore speciale, che Michele trascorrerà scartando decine di regali».
Con quella stessa mano con cui sogna di riprenderselo il futuro che osserva da una vetrata.
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