Punto e a capo. Da qualche settimana diversi cittadini segnalano «aria irrespirabile». Miasmi provenienti dalla zona industriale. «Un odore nauseabondo, forte, che arriva da contrada Lecco», dicono alcuni dei residenti nella zona. E parlano, anche, di una sorta di colonna di fumo, avvistata nei pressi dell’ex stabilimento della Legnochimica. Secondo quanto si è appreso in molti hanno contattato vigili urbani, vigili del fuoco e forze dell’ordine.
Della Legnochimica di Rende non si parla da tempo, se non per gli incendi che colpiscono la zona dei laghetti con sinistra puntualità durante il periodo estivo. Nell’estate scorsa, infatti, qualche giorno prima di Ferragosto, è tornata, col cattivo odore, la preoccupazione. Tutto ciò che sembra restare della vicenda complessa e tortuosa dell’ex fabbrica di pannelli in ledorex che fu il simbolo dello sviluppo industriale d’oltrecampagnano è un processo per disastro ambientale. Si trascina stancamente davanti al Tribunale di Cosenza e quasi non fa più notizia.
Analogamente, risultano ferme pare tutte le ipotesi di bonifica delle vasche di decantazione della ex fabbrica, cioè i laghetti artificiali che vanno periodicamente in autocombustione e tormentano gli abitanti della zona con i loro odori mefitici. È ancora così? Su parte dei suoi terreni, nel frattempo liquidati in tutta fretta, sono sorte altre attività economiche, anche importanti. Al posto della vecchia Spa, riconducibile alla famiglia Battaglia di Mondovì, c’è una srl dicono i bene informati, che ha la proprietà dei tre laghi artificiali residui, dei terreni circostanti e di ciò che resta delle ultime strutture aziendali.
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