“Affari di famiglia”: carcere duro per Andrea Tundis e Pietro Calabria. A firmare il decreto di applicazione della misura del 41 bis è stato il ministro della Giustizia Carlo Nordio. I due difesi dagli avvocati Giuseppe Bruno, Armando Sabato e Giorgia Greco, sono indagati nel procedimento della Dda di Catanzaro scaturito nei confronti di una consorteria criminale dedita - secondo le accuse - a una serie di attività criminali nei territori di Paola, San Lucido, Falconara Albanese, Fiumefreddo Bruzio e Longobardi. Sono trentasette le persone che il 9 maggio scorso sono state raggiunte da ordinanze di custodia cautelare del gip distrettuale di Catanzaro, Giuseppe De Salvatore, su richiesta del procuratore Nicola Gratteri, dell’aggiunto Vincenzo Capomolla e del pm antimafia Romano Gallo. Diciotto le persone finite in carcere (alle altre applicati gli arresti domiciliari o l’obbligo di dimora) con l’accusa di far parte di un’associazione mafiosa riconducibile alle famiglie del clan Tundis e Calabria. Qualche misura cautelare in ogni caso è cambiata con il giudizio del riesame, altre sono state invece revocate e altre ancora confermate. In attesa della chiusura delle indagini che potrebbe avvenire a breve rimane in piedi un’inchiesta che ha permesso di fare luce su una serie di reati grazie a una mole enorme di intercettazioni che è andata avanti anche nel periodo della pandemia. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza