«Nel paese dell’Abate Gioacchino la sanità non funziona!». Con questo titolo “Donne e diritti” annuncia che sabato 2 «torneremo a protestare pubblicamente con un sit-in sullo slargo dell’ospedale a cui chiamiamo a partecipare tutte le cittadine ed i cittadini di San Giovanni». Insomma, il sodalizio non si ferma e sull’atavico problema sanitario che anche gli ultimi indici di valutazione “consegnano” la Calabria all’ultimo posto vorrebbero che, almeno, nell’antico paesone montano della Sila fossero garantiti i più elementari Livelli essenziali di assistenza (Lea). Tra i motivi dell’annunciata protesta i diversi servizi che languono mentre potrebbero essere proficui. Tra gli interventi necessari in direzione di un minimo segno di inversione, scrive “Donne e diritti” «quello della Casa della maternità o almeno l’attivazione del punto nascita; è indispensabile ed urgente potenziare l’organico strutturale dei medici ospedalieri con unità in Medicina e hirurgia; sono necessari un pediatra e un ortopedico al Pronto soccorso; cardiologo e gastroenterologo nel reparto di Medicina. Serve far funzionare con i medici competenti le attrezzature medicali e diagnostiche presenti nell’ospedale e non utilizzate con danno sanitario e grande spreco finanziario. Noi auspichiamo - termina la nota a firma della presidente Stefania Fratto - che davvero la lezione ed il il grande messaggio storico, teologico e dottrinale dell’Abate Gioacchino sia preso in considerazione, oltre ogni forma consumistica, per ricavarne i dovuti insegnamenti».