Ha 25 anni e sangue calabrese la ragazza che con grande coraggio ha evitato, probabilmente, l’ennesimo femminicidio denunciando un uomo che aveva minacciato – a Roma – l’ex compagna e la figlioletta. Anita Sperone è di Tortora, un paese di seimila anime, porta settentrionale della Calabria. Un comune con un paesaggio incantato il cui territorio si estende dalla foce del fiume Noce alla vetta del monte Rossino tra il Parco del Pollino e la Riviera dei Cedri. Dalla nostra regione la 25enne è dovuta partire per motivi di studio, seguendo il destino di una terra che continua a spopolarsi. Ma, dalla Calabria, ha portato con sé la forza e la testardaggine dei suoi abitanti. E così, non si è girata dall’altra parte quando su un bus di linea nella Capitale ha sentito proferire da quell’uomo – un cubano di 32 anni – le minacce e i peggiori insulti che si possono immaginare contro una donna. Nessuno ha fatto e detto nulla anche se l’extracomunitario ha continuato a lungo a urlare al telefono. Anita ha avuto l’intraprendenza di prendere il cellulare dalla borsa e di registrare le minacce. Ha capito subito quanto stava accadendo. Ha intuito che l’uomo con molta probabilità stava andando con l’autobus proprio a casa della donna. E non c’era più tempo quindi da perdere. Appena il 32enne è sceso alla sua fermata ha chiamato la Polizia e ha raccontato tutto. Ha consegnato l’audio e poi è andata in Commissariato a riferire l’accaduto. Era nei pressi della fermata di Centocelle quando ha udito più volte le minacce «vengo a buttare l’acido addosso a te e a nostra figlia». L’uomo con un passato violento alle spalle è stato poi tratto in arresto. In passato le forze dell’ordine erano intervenute altre volte nei suoi confronti per maltrattamenti in famiglia. L’ex compagna aveva preferito qualche anno fa interrompere la storia, in particolare per proteggere la figlia. Ma l’uomo non si era mai arreso. E non accettava il rifiuto.