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Calabria, la battaglia di Jennifer: una dottoressa rianima la sanità sfidando il cancro e le lunghe attese

C’è un nemico invisibile che vive rintanato nelle viscere della terra che calpestiamo, nell’aria che respiriamo, nell’acqua che beviamo. Nella letteratura scientifica, terra, aria e acqua rientrano tra i cosiddetti fattori ambientali che valgono almeno quanto quelli familiari nella determinazione del rischio cancerogeno. Non è facile combattere contro il male. Non lo è, soprattutto, in una Calabria che continua a soffrire per una sanità che porta i segni della corrosioni di tredici lunghi anni di commissariamento. Da poco più di un anno, c’è una giovane donna medico-paziente che, nel Cosentino, porta avanti una battaglia per la gente della sua terra e, in fondo, per tutti i calabresi. Aveva appena finito una seduta di chemioterapia da 7 ore di tavolo e carboplatino quando decise di sfidare il governatore Occhiuto con una intervista che segnò definitivamente l’inizio di una nuova era per una certa sanità calabrese. Lei è Jennifer Chimenti Piščanec, caparbia e ostinata, che è riuscita ad arruolare il governatore nella sua crociata per l’abbattimento delle lunghissime file d’attesa. Code che rallentano l’iter diagnostico che comincia dagli screening preventivi per arrivare a una prima diagnosi.
L’empatia tra i due, rafforzata dalla disponibilità mostrata dal direttore generale dell’Asp di Cosenza, Antonello Graziano, e dal commissario dell’Annunziata, Vitaliano De Salazar, ha generato un intenso e vorticoso lavoro di squadra che ha come obiettivo finale il risanamento dell’ex ospedale di San Marco Argentano, nel cuore della Valle dell’Esaro. E così, la giovane donna ha cominciato a lavorare al suo progetto attraverso una serie di tappe intermedie, sostenuta dal direttore distrettuale, Francesco Di Leone, e d al direttore sanitario Silvano La Bruna. In 8 mesi il presidio di San Marco Argentano è rinato. L’ambulatorio oncologico, il primo grande traguardo della battaglia di Jennifer Chimenti Piščanec, ad oggi, accoglie 127 pazienti, provenienti da tutta la Valla dell Esaro e le cui prestazioni vengono garantite dal primario di Radioterapia ed Oncologia del Mariano Santo, Luigi Marafioti che visita, rimanda alla diagnostica e ne completa il percorso attivando i protocolli necessari per le cure successive. La diagnostica è stato il secondo traguardo tagliato dal trio Chimenti-Di Leone-La Bruna. «Il reparto di Radiologia accoglie da ottobre una nuova TC – spiega la donna –, uno strumento all’avanguardia e per il quale sono stati portati a compimento in 15 giorni i lavori necessari per potere operare in tutta sicurezza. Saranno in servizio i due medici professionisti che, insieme al primario di unità operativa generale, Antonio Lopez, forniranno sostegno all’oncologia e nella gestione delle emergenze-urgenze al Ppi per 24 ore di turnazione settimanale: Ferdinando D’Agostino e Alfio Chimenti. A loro si è unito con atto deliberativo il dottor Marrazzo, anestesista-rianimatore, che consentirà la diagnostica eseguita con mezzo di contrasto. Il direttore amministrativo dell’Asp Remigio Magnelli sostiene tutte le scelte. Dal 2 gennaio prossimo partiranno ufficialmente i lavori per la riconversione del “Pasteur” in ospedale di comunità e casa della salute. Importante anche il lavoro dell’ingegnere Antonio Capristo dell’Asp e della dottoressa Pisano al secondo piano del presidio sanitario».

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