I nuovi ospedali sono stati per anni un groviglio in mezzo agli isterismi politici e alle ostinate ossessioni. Feticci agitati alla bisogna, spesso, in coincidenza di scadenze elettorali. Opere fatte di carta impastata con chiacchiere e promesse che hanno spostato, inevitabilmente, la linea del tempo verso un margine indefinito. Una vergogna che eccita il rimorso della politica che dispensa “pagherò” per ristrutturare i vecchi ospedali e costruirne di nuovi. Cascate di quattrini e di promesse. Il primo fu il governatore Agazio Loiero che promise la costruzione di 4 avveniristici luoghi di cura che avrebbero trasformato l’assistenza sanitaria in Calabria. Da allora di ospedali nuovi inaugurati non ce ne sono stati. In compenso, è sparita una dozzina di piccole strutture. Roberto Occhiuto è tornato di recente sugli ospedali da realizzare accendendo i riflettori su due in particolare: quello che sta nascendo a Vibo e l’altro che viene edificato nella Sibaritide. Il governatore-commissario, parlando nel corso dell’incontro “Tutela della salute: un diritto e un impegno”, iniziativa organizzata a Cariati, a a trent’anni dalla morte di Rocco Trento (padre del primo piano sanitario regionale agli albori degli anni ’90) ha promesso: «Entro la fine del mio mandato, i due ospedali saranno completati».
E sempre da Cariati, Occhiuto ha ammesso: «È stato un errore chiudere gli ospedali di Cariati e Trebisacce». Riportare il diritto alla salute nella Sibaritide è un passaggio fondamentale, quasi focale, della rivoluzione della sanità ispirata dal governatore-commissario in Calabria. Una rivoluzione che, però, ha bisogno di tempo e che «non si può fare con la bacchetta magica». Lo ha ribadito lo stesso Occhiuto che nelle vesti di commissario ad acta alla sanità ha illustrato, insieme al direttore generale dell’Asp di Cosenza, Antonello Graziano, i passaggi fondamentali che da qui ai prossimi mesi porteranno alla riattivazione del presidio “Cosentino”, sul versante sud dello Jonio cosentino, e del “Chidichimo” su quello nord, a Trebisacce. E proprio Graziano ha tracciato la road-map verso la definitiva riapertura di un nosocomio «estremamente importante nella tutela del diritto alla salute».
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