Cosenza, ecco chi è Gianluca Maestri: l'imputato di ‘Reset’ pronto a collaborare con la giustizia
Canta che ti passa... Così recita un vecchio ritornello in voga negli anni 70 del secolo scorso. Un ritornello attuale come non mai nell’area settentrionale della regione dove al valzer delle collaborazioni con la giustizia si starebbe per aggiungere un nuovo protagonista: è Gianluca Maestri, 46 anni, con alle spalle una vita trascorsa nel sottobosco criminale compiendo estorsioni, trafficando in droga e mettendo a segno fruttuose rapine. I più stretti familiari di Maestri sono stati trasferiti in località protetta e il loro “trasloco” non è passato inosservato nella città dei bruzi. Da qui l’insistente “voce” popolare che lo pone tra quelli che hanno scelto di lanciarsi tra le braccia dello Stato. Il quarantaseienne non ha più contatti con il suo legale di fiducia e non si troverebbe più allocato nel penitenziario in cui era costretto a vivere fino a poche settimane fa. Sta collaborando davvero? Lo capiremo nelle settimane a venire. Un dato è certo: con il procuratore Vincenzo Capomolla e i pm antimafia Vito Valerio e Corrado Cubellotti non si può bluffare. La storia di Roberto Porcaro e, ancor prima quella di Nicolino Grande Aracri, ne sono la plastica conferma. Le collaborazioni di “convenienza” non sembrano trovare asilo negli uffici della procura distrettuale. Gianluca Maestri non è una figura di secondo piano della criminalità organizzata che opera a ridosso dei fiumi Crati, Busento e Campagnano: nel maggio scorso è stato condannato con sentenza definitiva a 8 anni di reclusione perché ritenuto componente del commando che il 2 ottobre del 2006, sulla rampa dello svincolo autostradale di Lauria Nord, bloccò e rapinò un furgone portavalori arraffando un bottino di circa un milione di euro. Il denaro era destinato alle casse degli uffici postali della zona. Il primo settembre del 2022, invece, gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della procura antimafia contro 202 indagati coinvolti nella maxioperazione “Reset”. L’indagine ora approdata a processo sia in sede di rito abbreviato che ordinario, ricostruisce settori d’influenza, attività illegali e patti tra sei gruppi di stampo ‘ndranghetistico operanti nella zona centrale del Cosentino confederatisi con lo scopo di dominare i settori del racket delle estorsioni e della vendita di sostanze stupefacenti. Maestri viene indicato dai pubblici ministeri Valerio e Cubellotti e dal procuratore vicario Capomolla, come introneo al sodalizio guidato da Francesco Patitucci, figura apicale della criminalità cosentino-rendese. L’aspirante pentito negli atti giudiziari è definito come uno dei promotori del gruppo e i magistrati requirenti ne hanno chiesto la condanna il 21 dicembre scorso a 20 anni di reclusione. Ma non è finita. Già, perché Maestri è sott’inchiesta pure nella Sibaritide con presunti esponenti della cosca Abbruzzese nel quadro della operazione “Athena” coordinata sempre dal procuratore Capomolla insieme, questa volta, con il pm antimafia Alessandro Riello. L’accusa, in questo caso, è di aver fatto parte di un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con base logistico-operativa nel Cassanese. Una ipotesi di reato che potrebbe portare a una pesante condanna.