Una fenditura improvvisa è destinata a provocare ampie smagliature nel sistema di selezione delle aspiranti matricole di medicina. La crepa si è spalancata all'interno del meccanismo con cui sono stati somministrati i tolc universitari. Nel mirino è finito lo strumento “equalizzatore” che assegna un valore diverso al singolo quesito senza, tuttavia, aver stabilito il criterio di valutazione della difficoltà. Un algoritmo che si è portato dietro le ombre che hanno ispirato valanghe di ricorsi al Tar di Roma da tutta Italia. Le prime udienze-pilota saranno celebrate nei prossimi giorni. E si andrà avanti fino a febbraio davanti ai giudici del Tribunale amministrativo della Capitale. L’ottimismo dei ricorrenti cresce, soprattutto dopo le dichiarazioni del ministro Anna Maria Bernini che ha, in sostanza, preannunciato il pensionamento del meccanismo contestato con l’introduzione di modifiche sostanziali al sistema di reclutamento che verrà sperimentato quest’anno. Un aggiornamento della filiera selettiva che ha imposto lo slittamento ad aprile del primo slot di prove già fissato a febbraio. Il Cisia, che è il consorzio interuniversitario per i sistemi integrati di accesso e che gestisce i tolc di ammissione alle diverse facoltà, è già al lavoro per lanciare una nuova banca dati, “pubblica e aperta”, a disposizione delle aspiranti matricole per le esercitazioni in vista dei test. Una rivoluzione ispirata probabilmente dall’enorme quantità di carta bollata prodotta dai ricorsi.
Prima ripetizione
La prima contestata irregolarità è stata sanata dal Tar di Roma. A dicembre, infatti, i giudici amministrativi hanno ordinato la ripetizione del test di medicina, accogliendo il ricorso di uno studente di Cosenza affetto da Dsa che aveva sostenuto, nell’aprile 2023, il test senza alcuno strumento compensativo previsto dalla legge. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza