Cosenza

Venerdì 29 Novembre 2024

Stipendi “gonfiati”, sospesi due dipendenti dell’Azienda ospedaliera di Cosenza

Vitaliano De Salazar

Le verifiche e la sospensione. Lo scandalo degli stipendi “gonfiati” che ha investito l’Azienda Ospedaliera segna un primo significativo passaggio: due dipendenti ritenuti beneficiari di somme non dovute sono stati giudicati e sospesi dalla Commissione disciplinare aziendale, presieduta da Gianfranco Scarpelli. La Commissione era stata investita del caso dal manager Vitaliano de Salazar (in foto) nei mesi scorsi dopo la scoperta della corresponsione ad almeno sei dipendenti di emolumenti superiori rispetto a quelli realmente dovuti. I due dipendenti, assistiti legalmente dall’avvocato Francesco Clausi, hanno ricevuto la sanzione della sospensione dal servizio e dallo stipendio rispettivamente di tre e due mesi. I lavoratori hanno pure avviato una formula di accordo con l’Azienda per provvedere alla graduale restituzione delle somme indebitamente percepite. Rimangono invece da definire le posizioni delle altre quattro persone coinvolte nella vicenda pure soggette a procedimento disciplinare. Il manager de Salazar - così come il commissario regionale alla Sanità Roberto Occhiuto - si sono mostrati inflessibili rispetto alla necessità di adottare procedure sanzionatorie. Sul caso, peraltro, ha avviato una indagine la procura bruzia, guidata da Mario Spagnuolo, che ha spedito negli uffici dell’Ao gli investigatori della Guardia di finanza. Gli uomini del colonnello Giuseppe Dell’Anna hanno acquisito tutti i fascicoli personali relativi ai dipendenti finiti sotto la lente d’ingrandimento dell’Azienda e una serie di supporti informatici. L’indagine avrebbe già consentito di scoprire con quale password sarebbe stato compiuto l’accesso al sistema contabile interno al quale è collegata l’alterazione degli stipendi. Sull’inchiesta vige un rigido segreto istruttorio. Il caso all’esame sia della magistratura che della Commissione disciplinare coinvolge pure un consigliere comunale bruzio a cui è stato ritualmente notificato l’atto di contestazione.

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