C’è un algoritmo che spegne le speranze per la sanità calabrese. Uno schema che rischia di spalancare la fenditura che in questi anni il piano di rientro della spesa ha aperto nella trincea degli ospedali sopravvissuti alle sforbiciate. Il Pronto soccorso (e non solo quello dell’Annunziata) è la cartina di tornasole di una sistema al collasso. Barelle in coda nel reparto di emergenza-urgenza perché non ci sono posti per i ricoveri nelle degenze. Scenari lividi che sono la conseguenza del blocco del turnover in una terra sottoposta a piano di rientro e con l’obbligo di allinearsi alle misure di contenimento delle assunzioni con un vincolo di spesa esageratamente afflittivo. Le scelte politiche dei vari governi nazionali hanno determinato un corposo definanziamento della Sanità pubblica italiana con un taglio di 37 miliardi di euro.
Un politica al risparmio che è stata duramente declinata anche in Calabria, dove il Servizio sanitario regionale è stato costretto a ridurre la presenza di personale nelle corsie dei suoi ospedali. Le sforbiciate alla spesa del personale sanitario hanno prodotto l’inevitabile crollo della qualità dell’assistenza offerta ai cittadini. Non una mera opinione ma una certezza calcificata nei lea che assegnano alla Calabria posizioni di coda. Di conseguenza, anche la speranza di vita flette pericolosamente. L’atlante dell’infanzia a rischio in Italia “Come stai?” di Save the Children rivela che un bambino che nasce in Calabria ha un’aspettativa di vita media di 81,3 anni, ma la speranza di una esistenza in buona salute si abbassa a 54,4 anni, la peggiore del Paese, con un divario di 12 anni rispetto alla Provincia di Bolzano, dove, invece, si registra la migliore performance nazionale (67,2%).
Il commissario-governatore Roberto Occhiuto, in due anni, ha fatto molto di più di quello che in tredici anni gli altri commissari erano stati in grado di fare. Un cambiamento evidente che trova, tuttavia, pietre d’inciampo nella burocrazia. Ciò che accade in queste ore nelle stanze di via San Martino è sorprendente. Secondo i primi dati non ancora ufficiali, l’Azienda ospedaliera si accingerebbe a chiudere il Consuntivo 2023 con una riduzione di oltre un milione di euro sulla spesa del personale rispetto al 2022 in presenza di un piano assunzioni autorizzato dalla Regione con risorse giudicate compatibili. E del resto, lo stesso De Salazar aveva più volte invocato il via libera a nuove assunzioni di personale. Ma in un anno sono stati firmati poco meno di un centinaio di contratti su circa 200 economicamente sostenibili. E i posti letto aggiuntivi restano fermi.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza
Caricamento commenti
Commenta la notizia