Magari poi ne usciranno altri. Ma al momento quelli ufficiali, pronti a scandire i prossimi passaggi sulla nascita della città unica, sono tre. Tutti indirizzati verso il nome da attribuire al comune che prenderà corpo e sostanza dalla fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero. Li hanno coniati ieri durante la seduta della Commissione regionale affari istituzionali, riunita sì per fare il punto della situazione, ma anche per incominciare a fornire le indicazioni rispetto a una possibile denominazione di un ambito territoriale vasto: la scelta è ricaduta su Cosenza, Cosenza-Rende-Castrolibero e Nuova Cosenza. Ovviamente la decisione finale spetterà ai residenti, demandata, cioè, alla volontà popolare tramite apposito referendum. Ieri, intanto, la proposta di legge maturata nell'ambito della maggioranza di centrodestra alla Cittadella, rispetto alla quale, comunque, in molti ne hanno contestato il metodo, si è arricchita di ulteriori elementi. «Siamo ormai alle battute finali – le parole del presidente dell'organismo Luciana De Francesco – e per quanto ci riguarda abbiamo rispettato tutte le procedure attenendoci al dettato costituzionale». La Commissione era al completo, almeno nella parte che concerne il centrodestra, appunto, con l'assenza dei due esponenti di minoranza. Insieme alla De Francesco sedevano al medesimo tavolo Giuseppe Mattiani, Pietro Raso e Antonello Talerico. A breve verrà convocata un'altra riunione al fine di disporre la cosiddetta risoluzione, propedeutica all'approdo in Aula. Insomma, il sentiero è tracciato, costruito mattone su mattone e al termine delle numerose audizioni tenute sempre alla Cittadella al cospetto di associazioni, movimenti politici, delegazioni studentesche, esperti del settore, sindaci, amministratori locali e singoli esponenti delle istituzioni. Ad ogni modo il dibattito è abbastanza acceso, non fosse altro perché in tanti hanno più volte espresso contrarietà al progetto, mentre il presidente di Confapi Calabria, Franco Napoli, ritiene l'unione di questi comuni una grande occasione di sviluppo. Da Cosenza, nel frattempo sabato scorso è partita una raccolta di firme contro la proposta di legge regionale, avviata dal “Comitato per la Città Policentrica” che riunisce numerose associazioni. Il medesimo sodalizio contrappone all’idea maturata in ambito regionale l’Unione dei Comuni, «non limitato solo a Cosenza, Rende e Castrolibero – hanno sottolineato – ma estesa a Sud, secondo la plurisecolare tradizione dell’area urbana cosentina».