La sanità locale sparisce tra le macerie di anni di sprechi e di scandali. Una interminabile picchiata con tanti denari risucchiati nel gigantesco buco nero trasformando le speranze in disperazione in quest’angolo del Sud. Senza soldi non sono stati rimpiazzati i medici e gli infermieri che man mano sono usciti di scena. Il modello attuale del sistema salute è rappresentato dai Pronto soccorso incapaci di fornire risposte ai cittadini, dalle liste d’attesa per cure ed esami infinite e da corsie rimaste senza personale. I segnali di reazione ci sono stati. Il commissario-governatore, Roberto Occhiuto, sta provando, faticosamente, la scalata verso un’ambiziosa quanto faticosa normalità. Ha reclutato medici cubani dopo troppi concorsi rimasti senza candidati, ha provato a riaprire i piccoli ospedali chiusi troppo frettolosamente, ha istituito la Facoltà di Medicina all’Unical per formare personale a chilometro zero.
Ma la sanità è un campo minato. E Occhiuto nelle ultime ore ha dovuto sventare un nuovo attacco ai sanitari caraibici. Un siluro sganciato dal presidente dei Medici di Cosenza, Eugenio Corcioni. E proprio Corcioni, dopo le accuse di razzismo che gli sono arrivate dal governatore, prova a ricollocare la vertenza. Subito in premessa la richiesta delle attenuanti generiche: «Mi sono state attribuite affermazioni distorte».
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