Operaio morto in Calabria, Sposato (Cgil): "Subappalti rendono lavoro pericoloso". I sindacati territoriali: "Fermare la carneficina"
«Quando il lavoro diventa una mattanza giornaliera è indegno per un Paese civile. Aver reintrodotto norme che consentono subappalti a cascata al massimo ribasso, rendono il lavoro ancora più precario e pericoloso, ed il lavoratore diventa l’anello più debole di una catena perversa che per creare profitto taglia sulla sicurezza e sul salario». Così il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato, ha commentato la morte di Edison Malaj, l’operaio schiacciato da una lastra di cemento. Univoca la posizione dei sindacati territoriali di Cgil, Cisl e Uil che attraverso la voce di Giuseppe Guido, Giuseppe Lavia e Paolo Cretella hanno espresso il «cordoglio e la vicinanza alla famiglia. Nel mentre fortissimo - hanno aggiunto - è il senso di indignazione convinti che un luogo di lavoro non può essere luogo di morte. Il tema della sicurezza sul lavoro è sempre di più un’emergenza. Servono più ispettori, più controlli. Serve considerare la sicurezza come un investimento e non come un costo. La priorità dell’agenda politica deve essere fermare questa carneficina. Troppe le aziende ancora non in regola. Non c'è lavoro dignitoso senza sicurezza».