Da albergo a sede dell’Istituto autonomo case popolari fino alla demolizione avvenuta con toni trionfalistici perché si poneva fine a quel “mostro” che per decenni ha circondato le acque del Busento fino al progetto per il Museo di Alarico poi stoppato. Risultato: le macerie e lo scheletro su Lungo Crati Palermo sono ancora lì dopo diversi annunci. L’ultima bonifica era avvenuta nel cuore della scorsa estate. Dopo la chiusura del cantiere si era formata una microdiscarica e l’amministrazione comunale aveva provveduto ad effettuare dopo un accurato sopralluogo una operazione di pulizia. Gli incivili avevano divelto la recinzione. Gettando tra i resti del palazzo spazzatura ed altro materiale non più utilizzabile. Ebbene, a distanza di alcuni mesi, la storia si ripete: la recinzione è stata nuovamente abbattuta e per terra si notano giocattoli e materiale inservibile. Il sindaco Franz Caruso in quella circostanza annunciò una interlocuzione con la Regione Calabria per discutere e definire il progetto da realizzare in quest’area della città, ritenuta «fondamentale per il futuro di Cosenza e parte fondamentale nella costruzione di quella città smart e a misura d’uomo che si sta portando avanti».
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