Il passo è ufficiale: Gianluca Maestri ha revocato gli originari avvocati di fiducia, Rossana Cribari e Renato Tocci del foro bruzio nominando come suo nuovo difensore il penalista Manfredo Fiormonti del foro di Latina (legale pure di Giovanni Brusca). Come anticipato dal nostro giornale Maestri ha scelto dunque di collaborare con la giustizia dopo una vita trascorsa nel mondo criminale. L’ex malavitoso è all’esame - quanto ad attendibilità e reale scelta collaborativa - del procuratore vicario di Catanzaro, Vincenzo Capomolla e dei pm antimafia Vito Valerio, Corrado Cubellotti e Alessandro Riello. Con i magistrati inquirente della Dda, come altre vicende insegnano, non c’è molto spazio per i pentimenti “pilotati” e le “mezze verità”. La sorte toccata al boss di Cutro, Nicolino Grande Aracri e all’aspirante padrino di Cosenza, Roberto Porcaro, ha fatto ben comprendere che i bluff non portano i risultati riscontrabili nelle partite di poker. Maestri, peraltro, non è un personaggio minore della criminalità organizzata bruzia. Anzi, è stato un malavitoso impegnato a fondo negli affari della criminalità nomade sia nel capoluogo che nella Sibaritide. Se ne ha conferma dalle confessioni rese dal suo “luogotenente” Ivan Barone “azionista” di fiducia e autore di intimidazioni nell’area urbana per conto dell’odierno collaboratore. Gianluca Maestri, peraltro, era già stato arrestato insieme ad esponenti del gruppo degli “zingari” in occasione di una clamrosa rapina a un furgone portavalri avvenuta allo svincolo autostradale di Laino nel lontano 2006. Ma ecco quello che racconta Barone ai magistrati antimafia (gli atti sono pubblici e ritualmente depositati): «Dopo l’operazione “Testa del serpente” del dicembre 2019 la gestione delle questioni economiche del gruppo degli zingari venne assunta da Gianluca Maestri che si occupava del traffico di droga con l’hashish e la cocaina e delle estorsioni». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza