Funerali all'alba. E in forma ristretta. Il questore di Cosenza, Giuseppe Cannizzaro, ha disposto che le esequie funebri del boss di Cosenza e Rende, Ettore Lanzino, morto a 69 anni nel carcere di Parma dov'era detenuto in regime di 41 bis, debbano essere svolti all'alba. Il motivo della decisione assunta dall'alto dirigente della Polizia di Stato è legato alla personalità del detenuto deceduto indicato dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro come uno dei padrini più potenti e influenti dell'Alta Calabria degli ultimi trent'anni. Lanzino, stava scontando una condanna definitiva all'ergastolo perchè ritenuto responsabile di tre omicidi avvenuti nel Cosentino tra il 1999 e il 2001. Il capobastone, ritenuto dalla magistratura inquirente a capo di una "confederazione" di cosche, è celebre per essersi opposto alla uccisione di Antonio Sena, vecchio padrino della 'ndrangheta cosentina, asasassinato a Castrolibero nel Duemila. Si conoscevano sin dalla giovinezza e Lanzino non voleva che venisse assassinato. Altri componenti della mafia locale approfittarono della sua momentanea assenza legata a un breve periodo di carcerazione per eseguire, invece, la sentenza di morte. Il decesso di Ettore Lanzino segue quello di altri influenti capobastone della zona settentrionale della regione, come Santo Carelli di Corigliano e Mario Serpa di Paola.