Il “fantasma”... schipetaro. Signore della droga nei Balcani e in Europa, capo del cartello albanese di Skhoder. Un cartello da sempre in affari con la 'ndrangheta dell'area settentrionale ionica della Calabria.
Gli amici lo chiamano “il lupo” perchè, nelle situazioni più complicate, si muove da 10 anni con destrezza e velocità azzannando quintali di stupefacente. Fisnik Smajlaj, 50 anni, è un trafficante internazionale sul quale la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro (e non solo) cerca da quasi tre lustri di mettere le mani. Di lui, in Italia, esiste solo una vecchia e sbiadita foto in bianco e nero consegnata ai giornalisti nel 2008 in occasione dell’operazione “Skhoder” che ricostruiva una enorme traffico di stupefacenti condotto dal “patron” albanese in sinergia con i clan mafiosi della Sibaritide. Un traffico costatogli un provvedimento restrittivo che gli venne notificato mentre era già in carcere perchè le forze dell’ordine l’avevano fermato proprio sulle rive calabresi del mar Ionio mentre trasportava un carico di eroina.
La precedente incarcerazione e la nuova ordinanza di custodia cautelare sembrarono tarpargli le ali. E, invece, il narcotrafficante schipetaro chiese e ottenne di poter scontare nel paese di origine le pene nel frattempo inflittegli dai giudici italiani. La richiesta venne accolta anche perchè Smajlaj era destinatario di un decreto di espulsione dall'Italia. Correva il 2013 quando lasciò il penitenziario catanzarese di Siano diretto a Tirana. Giunto nella madrepatria, con i soldi accumulati grazie allo smercio della droga, riuscì a comprare la benevolenza degli agenti che avrebbero dovuto sorvegliarlo, tagliando la corda. Riassaporata la perduta libertà si rimise a fare quello che gli riusciva da sempre meglio, riattivando, in men che non si dica, i “canali” di scambio con i “compari” della Sibaritide.
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