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La buona sanità pubblica a Cosenza, successi e testimonianze dalla Neurochirurgia dell'Annunziata

L’esempio positivo del reparto guidato dal primario Aiello, medico con l’hobby dell’arte capace di fare ottimi risultati. Visita in incognito nell'ospedale, dopo le segnalazioni fatte dai nostri lettori

La buona sanità. Fatta di medici, infermieri e personale socio sanitario in grado di ottenere risultati significativi. È il caso del reparto di Neurochirurgia dell’Annunziata, che è diretto da Salvatore Aiello, un medico di grande umanità che ci è stato più volte positivamente segnalato dai nostri lettori. Aiello opera con una equipe di collaboratori vocati a un’assistenza verso i ricoverati che davvero offre la misura di quanto la sanità pubblica possa essere efficace e indispensabile.

«Ero terrorizzato» ci ha scritto un paziente con un edema cerebrale poi rimosso «dal dover affrontare una operazione del genere in ospedale. Posso invece dire che sono appena tornato a casa e sento il bisogno di ringraziare Salvatore Aiello e tutto il personale per quello che hanno fatto. Sia in fase pre-operatoria che dopo l’intervento».

Non diversa un’altra testimonianza fatta al nostro giornale da un cinquantenne sottoposto a un intervento per una complicata ernia del disco. «Sono stato prima rassicurato e poi operato felicemente e non posso che esprimere un giudizio positivo per l’esperienza vissuta. Voglio farlo pubblicamente».
Insomma, la nostra sanità è spesso troppo maltrattata. All’Annunziata come negli altri presidi pubblici lavorano medici e infermieri di alta qualità professionale e profondo senso del dovere. Ce ne eravamo accorti durante la pandemia e, poi, ce ne siamo velocemente dimenticati. Ma chi è il neurochirurgo Salvatore Aiello? Cordiale e simpatico, molto alla mano con i pazienti, non ama la ribalta. È originario di San Fili e si è specializzato fuori regione. Ama l’arte - dipinge nei pochi momenti liberi - e vive intensamente il suo lavoro, come se fosse una missione. Un antidivo ricco di talenti e di energia che alla televisione spesso urlata preferisce un buon libro da leggere o una tela da dipingere. «Ci sono arrivate tante segnalazioni positive» gli diciamo. E lui s’allarga in un sorriso e risponde: «Sono felice ma qui non facciamo altro che il nostro lavoro». Giusto. E lo fate pure bene.

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