Cosenza

Venerdì 17 Maggio 2024

La buona sanità pubblica a Cosenza, successi e testimonianze dalla Neurochirurgia dell'Annunziata

La buona sanità. Fatta di medici, infermieri e personale socio sanitario in grado di ottenere risultati significativi. È il caso del reparto di Neurochirurgia dell’Annunziata, che è diretto da Salvatore Aiello, un medico di grande umanità che ci è stato più volte positivamente segnalato dai nostri lettori. Aiello opera con una equipe di collaboratori vocati a un’assistenza verso i ricoverati che davvero offre la misura di quanto la sanità pubblica possa essere efficace e indispensabile. «Ero terrorizzato» ci ha scritto un paziente con un edema cerebrale poi rimosso «dal dover affrontare una operazione del genere in ospedale. Posso invece dire che sono appena tornato a casa e sento il bisogno di ringraziare Salvatore Aiello e tutto il personale per quello che hanno fatto. Sia in fase pre-operatoria che dopo l’intervento». Non diversa un’altra testimonianza fatta al nostro giornale da un cinquantenne sottoposto a un intervento per una complicata ernia del disco. «Sono stato prima rassicurato e poi operato felicemente e non posso che esprimere un giudizio positivo per l’esperienza vissuta. Voglio farlo pubblicamente». Insomma, la nostra sanità è spesso troppo maltrattata. All’Annunziata come negli altri presidi pubblici lavorano medici e infermieri di alta qualità professionale e profondo senso del dovere. Ce ne eravamo accorti durante la pandemia e, poi, ce ne siamo velocemente dimenticati. Ma chi è il neurochirurgo Salvatore Aiello? Cordiale e simpatico, molto alla mano con i pazienti, non ama la ribalta. È originario di San Fili e si è specializzato fuori regione. Ama l’arte - dipinge nei pochi momenti liberi - e vive intensamente il suo lavoro, come se fosse una missione. Un antidivo ricco di talenti e di energia che alla televisione spesso urlata preferisce un buon libro da leggere o una tela da dipingere. «Ci sono arrivate tante segnalazioni positive» gli diciamo. E lui s’allarga in un sorriso e risponde: «Sono felice ma qui non facciamo altro che il nostro lavoro». Giusto. E lo fate pure bene.

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