I palazzi confiscati all’ex boss della Sibaritide, Giuseppe Cirillo, stanno per passare dalla mafia ai bisognosi. Sono partiti in questi giorni i lavori che trasformeranno gli ultimi due edifici acquisiti al patrimonio del Comune di Cassano dai beni dell’ex boss campano che, verso la fine degli anni Ottanta, esportò la Nuova Camorra Organizzata nella Sibaritide, in diciotto appartamenti che saranno affidati – a seguito di regolare bando di assegnazione – a famiglie in difficoltà e che non possono permettersi una casa. Per la riqualificazione dei due palazzi, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianni Papasso, aveva partecipato ad un bando della Regione Calabria vincendolo e, grazie al lavoro fatto in questa direzione, era stato ottenuto un finanziamento pari a 2 milioni e 600 mila euro con i quali verranno demoliti e ricostruiti anche questi edifici per trasformarli in altri alloggi sociali per darli a chi ha bisogno. «Il nostro obiettivo – ha raccontato ieri il sindaco Papasso quando si è recato sui cantieri per verificare l’avvio dell’intervento – è quello di trasformare tutti i palazzi confiscati ai clan in immobili da destinare a edilizia pubblica o in edifici riutilizzabili per scopi sociali. Lo abbiamo fatto con i primi tre edifici recuperati a Cirillo, lo stiamo facendo con questi due e con la Villa Forastefano che abbiamo destinato ad un progetto “Dopo di noi”». «Molti ci chiedono – ha fatto notare il primo cittadino di Cassano – perché demoliamo per poi ricostruire. La risposta sta nel fatto che i tecnici si sono resi conto che il cemento armato è di pessima fattura e, essendo palazzi costruiti moltissimi anni fa, per adeguarli dal punto di vista sismico alle ultime normative, sarebbero serviti molti più fondi». Per l’amministrazione comunale cassanese è un’opera sociale di grande importanza e rilevanza soprattutto per andare in contro alle esigenze delle fasce più in difficoltà della popolazione. «Anche da questo punto di vista – ha chiuso il sindaco socialista – siamo un comune all’avanguardia: l’obiettivo è utilizzare immobili sequestrati alla mafia per realizzare opere sociali di straordinaria rilevanza ed importanza. Stiamo lavorando in modo orizzontale su tutto il territorio: Cassano, Sibari, Lauropoli, Doria e tutte le altre aree sono un cantiere in trasformazione».