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I nuovi pentiti colpiscono al cuore la criminalità nomade di Cosenza e della Sibaritide

Maestri, Abbruzzese, Palmieri, Talarico e Cantore mandano in crisi gli zingari

Scacco matto alla criminalità nomade. I gruppi operanti a Cosenza e nella Sibaritide sembrano destinati a subire la pressione delle forze investigative e della magistratura antimafia. I nuovi collaboratori di giustizia sarebbero in grado di tracciare interessi e azioni militari dei cosiddetti "zingari" sia nell'area urbana del capoluogo bruzio che nella vasta Piana di Sibari. Gianluca Maestri, ex rapinatore, estorsore e trafficante di droga in azione tra Cosenza e Cassano-Sibari potrebbe essere a conoscenza di molti segreti inconfessabili. Le rivelazioni di Maestri potrebbero insomma aggiungersi a quelle già rese da Celestino Abbruzzese, detto "micetto" e dalla moglie, Anna Palmieri, pienamente inseriti per ragioni di parentela diretta nel gruppo dei "banana" attivo nella città bruzia e collegato ai "cugini" cassanesi. Ai tre pentiti si aggiungono le indicazioni fornite in precedenza da Franco Bruzzese, ex esponente di spicco della criminalità nomade cittadina che collabora con i pm antimafia di Catanzaro ormai da anni. E poi vi potrebbero essere le rivelazioni di "rimbalzo" dell'imprenditore agricolo Luca Talarico, legato dai Forastefano e indicato come "testa di legno" della potente cosca alleata con gli Abbruzzese; e del meccanico Paolo Cantore, proprietario del fuoristrada usato dai killer di Maurizio Scorza e Hanene Hendli per fuggire dal luogo teatro del duplice omicidio.

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