L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ha presentato ricorso al Tar della Calabria insieme alle associazioni Rispetto per tutti gli animali e Stop Animal Crimes Italia contro l’ordinanza di abbattimento di un gruppo di bovini vaganti a Verbicaro, nel Cosentino. Le associazioni - spiega una nota - chiedono l’annullamento, previa la sospensione dell’efficacia, dell’ordinanza firmata dal sindaco Francesco Silvestri il 4 aprile scorso che dispone la cattura e l’abbattimento degli animali. «Si tratta di un abbattimento di cui non si vede la necessità e senza alcun fondamento scientifico che attesti la pericolosità ed il potenziale pericolo che costituirebbe questo gruppo di bovini, stimato tra i 50 e gli 80 esemplari», spiega la responsabile dell’Ufficio legale dell’Oipa, l’avvocato Claudia Taccani. «Auspichiamo che non si proceda all’esecuzione dell’ordinanza prima dell’udienza per discutere la nostra istanza cautelare per la sospensione».
L’Oipa sottolinea che la decisione impugnata «non è stata adottata a seguito di un’adeguata attività istruttoria e il sindaco, da quanto emerge dagli atti, non ha preso in esame eventuali soluzioni alternative e si limita a riferire di aver interessato il Prefetto di Cosenza, il quale avrebbe convocato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, senza richiamare alcun parere reso».
Secondo il provvedimento del sindaco Silvestri, questi animali rappresenterebbero un rischio per l’incolumità pubblica poichè non sono mai stati sottoposti a controlli sanitari e poichè, alla ricerca di cibo, danneggerebbero dei terreni privati. L’Oipa sostiene che, in virtù della dichiarata conoscenza dell’appartenenza dei bovini a un noto allevatore, il sindaco avrebbe dovuto sanzionare quest’ultimo secondo la normativa vigente ed evidenzia come nessuna delle fonti normative disciplinanti la materia contempli la sanzione dell’abbattimento «per la violazione degli obblighi di natura formale inerenti l’identificazione e la registrazione dei bovini». L’associazione chiede, dunque, la sospensione e l’annullamento dell’ordinanza e di prevedere misure alternative e rispettose della vita degli animali (messa in sicurezza e controlli sanitari) per una risoluzione pacifica della vicenda.
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