Ammortizzatori che durano mesi anziché anni, cerchioni in lega spaccati, pneumatici bucati o danneggiati. Nelle frazioni e contrade di Acri i residenti si sono attrezzati con vecchie auto tirando fuori dai garage i veicoli migliori solo per le grandi occasioni. Chi, invece, si reca nella periferia acrese per motivi di lavoro svolgendo un servizio per la comunità (i cosiddetti fuori sede) subisce le conseguenze di una situazione di precarietà che va avanti da anni. E che nessuna Amministrazione ha risolto. Regalando solo promesse e annunci. E così crateri e voragini sono ancora al loro posto. Impossibile da schivare. Da settembre scriviamo e riportiamo le giuste lamentele. Poche le “pezze”. «I cantieri che producono bitume sono chiusi, risolveremo il problema a primavera». Siamo quasi a maggio e tutto tace.
Ancora una volta ci ritroviamo a scrivere di viabilità precaria. L’arteria di collegamento interessata è quella che dall’incrocio con la 660, nei pressi del ponte Mucone, conduce a Serricella e che si snoda tra i comuni di Acri e Luzzi. Oggi, a distanza di mesi, e dopo altre denunce, purtroppo nulla è cambiato. Sono solo 15 i chilometri che conducono alla frazione e al polo scolastico della zona ma che sembrano però essere una infinità considerato lo stato in cui versa la strada. Ai tornanti e alle ripide salite e discese, conseguenza della conformazione del territorio, si aggiunge la totale assenza di interventi di ordinaria manutenzione su un tratto stradale che è lasciato all’abbandono più totale. Asfalto usurato, buche, mancanza di adeguata segnaletica e in alcuni tratti il terriccio al posto dell’asfalto.
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