Cosenza

Venerdì 22 Novembre 2024

Cosenza, dopo bici e carrozzine dei neonati nelle acque del Crati anche... le sedie

Dopo le biciclette e le carrozzine dei neonati anche le sedie di un locale pubblico. Un bar o un ristorante, a vedere il tipo e la qualità delle sedie gettate in un punto del fiume Crati ben visibile dal ponte di Alarico. Una cartolina impresentabile che ieri mattina ha attirato la nostra attenzione, quella del fotoreporter di Gazzetta Franco Arena e di alcuni dei partecipanti al corteo del 25 aprile diretto a Largo Partigiani (ne parliamo in modo più diffuso a pagina 22). Da dove provengano le sedie (una decina) non è dato sapere. Sono state lanciate dal vicino parapetto di corso Plebiscito o arrivano da lontano e quindi sono giunte nella città vecchia trasportate dalla corrente delle acque? Boh. Qualcuno dovrà pure spiegarcelo, dopo che si sarà provveduto a recuperare le sedie togliendole dalle acque del fiume Crati e anche dalla vista dei turisti che in questo lungo ponte fino al primo maggio sono presenti numerosi anche nella nostra città. Una cosa è certa, il sindaco Franz Caruso, che fu solerte all’epoca della nostra segnalazione sulla presenza di alcune biciclette sotto il ponte Mario Martire, facendole rimuovere nel giro di 24 ore, e la stessa cosa fece quando segnalammo alcune carrozzine di neonati nelle acque del Busento, bene farebbe a pensare di ingaggiare guardie ambientali per la tutela di alcuni punti del territorio tra cui ovviamente ci sono i corsi d’acqua. Oppure a intensificare i controlli dando mandato alle cooperative B che gravitano nelle zone di Crati e Busento. Non è possibile che i fiumi siano diventate delle pattumiere dove ognuno è libero di gettare ciò che non serve. Non si tratta di piccoli oggetti che si confondono con la vegetazione. Stiamo parlando di biciclette, carrozzine e ora anche sedie. Non vorremmo trovarci di fronte una mattina a tavoli, armadi, motocicli e anche vecchie automobili. Tutto è possibile alla luce di quel che sta accadendo. Incivili in libertà ce ne sono troppi. Pensano di fare il bello e il cattivo tempo. Bisogna fermarli. Per il buon nome della città, non solo per questioni di decoro urbano.

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