“Ciao calabresi, a presto”: Mattarella completa la visita nel Cosentino. Le due immagini che porteremo sempre con noi
Quando la fuoriserie presidenziale, con tanto di tricolore e stendardo formato bandierina ai lati del cofano, lascia lo stabilimento della Granarolo - direzione Lamezia - è come se d'un tratto qualcuno avesse spento le luci della Festa. Perché quando il Capo dello Stato passa da qualche parte lascia il suo “profumo”, intenso, di credibilità. Ecco perché è un giorno di Festa con la F maiuscola. Sergio Mattarella dispensa serenità, anche in una terra maledetta ben al di là della solita retorica che, a certe latitudini, assurge a unica verità possibile. Ma c'è dell'altro. Da vedere, da apprezzare, da esportare. Come le esperienze della Gias di Mongrassano e della Granarolo di Castrovillari che hanno fatto (rispettivamente) dei surgelati e dei prodotti caseari un must al Meridione (ma non solo). Idee e qualità che sfidano le ristrettezze economiche e il pregiudizio, imponendosi proprio là dove si pensa che il terreno non sia fertile per niente. E invece c'è speranza ben al di là dell'altra retorica - stavolta quella istituzionale - che aleggia nel giorno dell'arrivo di Mattarella. Tutti si aggrappano mani e piedi alle due best practice, perché le altre realtà galleggiano, si arrangiano. Alcune affondano. Piccole e medie imprese strozzate dalla crisi dei tempi, costrette a chiudere al ritmo di 32 al giorno. Eppure, il Presidente con la P maiuscola è presente in Calabria. Stringe mani, incassa sorrisi e rassicurazioni. Visita le strutture e si ferma a parlare con i dipendenti.