Dovranno essere risarciti i famigliari della bimba di pochi mesi morta dopo il ricovero nell’Annunziata. Il giudice del tribunale bruzio – accogliendo le tesi dell’avvocato Massimiliano Coppa – ha condannato l’Azienda ospedaliera al pagamento di centinaia di migliaia di euro nei confronti dei genitori, dei nonni e dello zio della piccola creatura spirata nel nosocomio bruzio nel mese di luglio del 2018 in seguito – per quanto stabilito dai consulenti tecnici del tribunale – a una grave infezione. L’iter giudiziario – durato circa cinque anni – non è stato facile sotto tutti i punti di vista. Intanto per la morte della bimba di pochi mesi e in seguito per la ferma opposizione da parte dei vertici dell’Azienda ospedaliera secondo i quali le accuse sarebbero risultate infondate. La bimba, nata da pochi giorni, era arrivata nell’Annunziata in seguito a una difficoltà respiratoria. Venne ricoverata e dopo qualche giorno spirò. Secondo i famigliari – che si sono rivolti all’avvocato Massimiliano Coppa esperto in colpa medica – la neonata aveva contratto una grave infezione. Una circostanza questa scartata sin dal primo momento dai vertici dell’Azienda ospedaliera che hanno mostrato ferma opposizione alle istanze dei famigliari rinviando, così, la valutazione del caso per vie giudiziarie. Il Tribunale ha accolto, quindi, le tesi della famiglia, rappresentata dall’avvocato Coppa, disponendo una serie di accertamenti. In seguito a una perizia sarebbe emerso che «il quadro iniziale di difficoltà respiratoria della bimba sarebbe stato aggravato da una infezione nosocomiale perinatale con shock settico». Infezione che, sempre secondo la relazione dei periti, «sarebbe stata causata da un catetere». Almeno così si desumerebbe dagli esiti dell’esame colturale. Il Tribunale nella sentenza ha evidenziato in undici punti quanto è stato disatteso nell’ambito ospedaliero per dimostrare che l’infezione che portò alla morte la bambina non fosse stata contratta altrove.