«Mamma quando torno a casa lo devono sapere tutti». Era questo il desiderio di Kevin e la Polizia di Stato lo ha esaudito. Kevin è un bambino di Rossano, ha 8 anni e tanta voglia di vivere, ma soprattutto di lottare contro un brutto male che lo ha tenuto lontano da casa per quasi sei mesi. Dopo tanti momenti difficili i medici hanno dato la possibilità a Kevin di tornare a casa e la Polizia di Stato ha coronato il suo sogno di un arrivo in grande stile. Grazie alla sensibilità e disponibilità del personale del commissariato di pubblica sicurezza di Corigliano Rossano, si è scritta una bella pagina di solidarietà e affetto. La mamma di Kevin, Teresa, aveva infatti chiesto se era possibile chiudere la strada dinanzi a casa. Ciò non è stato possibile, ma l’arrivo a casa di Kevin è stato comunque fuori dal comune. Dopo aver chiesto e ottenuto subito la disponibilità del vice questore Domenico Lanzaro, un sovrintendente del locale commissariato e una sua collega, fuori dall’orario di servizio, hanno aspettato l’arrivo di Kevin, nell’auto guidata dal papà Natale, lungo la statale 106 per poi scortarlo a sirene spiegate fino a casa. “Bellissimo” ha detto Kevin ringraziando i poliziotti per questo regalo inaspettato. È stato davvero un arrivo emozionante, fra sorrisi e lacrime, abbracci e applausi. Ad accogliere Kevin c’erano tutti i sui compagni di scuola della 3A del Plesso del Frasso con le insegnanti e poi i nonni e gli amici. Un gesto che è stato ripagato da quel sorriso disarmante di un bambino felice di tornare a casa, di rivedere gli amici di riabbracciare la sorellina Desire. Un bambino la cui tenacia deve essere da esempio e sprono per tanti che in questo momento combattono la sua stessa battaglia. La storia di Kevin inizia con una diagnosi non chiara. Prima un lipoma, poi a Cosenza la scoperta del sarcoma di Ewing, infine il ricovero al Bambin Gesù di Roma per iniziare il ciclo di chemio. Teresa e Natale, i genitori di Kevin, raccontano la loro storia e sono l’esempio tangibile della forza dell’amore di una famiglia. La raccontano anche per sollecitare la scrupolosità delle indagini diagnostiche, ma anche perché la forza che sta dimostrando Kevin sia da esempio per altri bambini.