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Paola: “Affari di famiglia”, 32 rinviati a giudizio. Le accuse dall'associazione mafiosa all'estorsione

Il tribunale di Paola

“Affari di famiglia”: sono 32 le persone che sono state rinviate ieri pomeriggio a giudizio dal Gup del Tribunale di Catanzaro.
Processo per rito ordinario che si terrà in Tribunale a Paola il prossimo 1. luglio per Gianluca Ambrosi, Massimiliano Biscardi, Dalvio Bruno, Francesco Alessandro Bruno, Giuseppe Calabria, Paolo Carbone, Salvatore Caruso, Paolo D’Amato, Francesco De Rose, Giovanni Fiore, Giovanni Garofalo, Michele Iannelli, Giuseppe La Rosa, Francesco Lenti, Giovanni lenti, Silvestro Lenti, Mario Maiolo, Marco Manfredi, Emilio Mantuano, Vincenzo Nesci, Francesco Oro, Albino Sammarco, Alessio Samà, Claudio Santoro, Andrea Santoro, Alessandro Serpa, Francesco Serpa, Giovanni Tenuta, Francesco Trotta, Giovanni Vattimo, Palmela Vilecco e Vommaro Marincolo Luca.
Anche il consigliere comunale di maggioranza di Paola, Alessio Samà, dovrà essere quindi giudicato dal Collegio penale. All’epoca dei fatti era assessore comunale con l’ex Amministrazione guidata da Roberto Perrotta. Finì nell’operazione perché avrebbe agevolato una residenza fittizia.
Per il rito abbreviato quella di ieri è stata una giornata caratterizzata in particolare dalla fissazione delle prossime udienze.
Si tornerà in aula a Catanzaro per le richieste di pena del pubblico ministero della Dda e la discussione delle parti civili l’8 e 11 luglio. Poi dal 20 settembre le discussioni del Collegio difensivo degli imputati. Si proseguirà quindi con le eventuali repliche anche ad ottobre e novembre quando è prevista la sentenza.

Le contestazioni della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro tra l’altro sono quelle dell’associazione mafiosa, l’estorsione, la tentata estorsione aggravata, il trasferimento fraudolento di valori, la detenzione e il porto di armi, il traffico di sostanze stupefacenti.
L’inchiesta riguardò in particolare i territori dei comuni di Paola, San Lucido e Longobardi.

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