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Preso in Belgio il superlatitante Liarakos: era in affari con le cosche della Sibaritide

Le armi offerte da Nikolaos Liarakos alias Ilir Pere

Il superlatitante albanese che fingeva d’essere un greco. Ilir Pere, 48 anni, nato a Grahmas in Albania, aveva assunto l’identità d’un uomo del Peloponneso, Nikolaos Liarakos. E con le generalità elleniche se ne andava in giro per il mondo a trafficare droga e a vendere armi.
Gl’investigatori italiani l’hanno scovato in Belgio - ora è detenuto a Liegi - grazie a un laborioso lavoro d’intelligence svolto d’accordo con la polizia fiamminga. Il procuratore di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, l’aggiunto Giancarlo Novelli e il pm antimafia Stefania Paparazzo, sono andati a interrogarlo nel cuore del vecchio continente. Ilir Pere deve scontare una condanna definitiva in Italia a 28 anni di reclusione e risulta indagato nell’inchiesta della Dda catanzarese denominata “Gentleman2” che ricostruisce i retroscena d’un narcotraffico messo in piedi tra la Sibaritide e la Germania. Ai magistrati italiani l’ex “primula” internazionale ha confessato di chiamarsi Ilir Pere e non Nikolaos Liarakos. Ha pure ammesso di aver lungamente usato i criptotelefoni e la piattaforma “Sky-Ecc” con i suoi compari calabresi attivi nel cassanese negando, però, d’aver svolto un ruolo significativo nel mondo del narcotraffico. Di più: ha affermato di aver acquistato armi potenti ma solo perchè intendeva vendicarsi della morte del fratello che sarebbe stato ucciso e bruciato da altri albanesi. Quanto ai telefonini criptati ha spiegato ch’era possibile acquistarli presso fornitori turchi e pachistani ma solo se raccomandati dalle persone giuste. Ai pubblici ministeri nostrani ha voluto parlare in italiano e non in albanese rinunciando al traduttore.

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