Autostazione ferma agli anni Ottanta. Diventa sempre più un caso il destino della principale area di trasporto della città di Castrovillari, passata da volano di sviluppo all'attuale ventre molle: basta passare per la sala d'aspetto per comprendere le difficoltà di colonne e pensiline mummificate sull'abbandono di una superficie - la più grande presente nel centro della città - che andrebbe eventualmente riprogettata, pensata per un futuro che sembra non esserci. L'amministrazione comunale avrebbe in animo delle iniziative che non sembrano materializzarsi. I tempi sono diventati biblici. Di tanto in tanto è possibile, come successo recentemente per “Primavera dei teatri”, utilizzare il capannone dei ricambi per la messa in scena di spettacoli d'avanguardia, oppure come punto vaccinazione o come sede di importanti associazioni di volontariato. Ma non emerge mai la volontà di sviluppare un vettore turistico baricentrico, incapace di decollare nelle sue funzioni basiche, vale a dire quelle che riguardano i collegamenti per l'aeroporto, i grandi ospedali della Calabria o i pianori del Massiccio del Pollino. Difficile far partire la mobilità dolce in un'area che era stata ricavata proprio per questa destinazione d'uso.
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