Condannato per omicidio colposo il giovane che uccise un amico e compagno di caccia. Il Tribunale di Castrovillari nella persona del Giudice Dott. Orvieto Matonti ha concluso il processo di primo grado a carico di O.G., classe 1960 e O.G., in ordine al grave incidente di caccia occorso nel territorio di Morano località Gorea. Nell’ottobre del 2017 perse la vita il giovane Rosito Salvatore di Morano Calabro. Quel giorno al mattino una squadra di cacciatori si organizzavano per operare caccia al cinghiale. L’incidente avveniva in modo drammatico verso le ore 12. Da qui una situazione di grande strazio nella sua famiglia e nell’intera popolazione di Morano Calabro; basti pensare che il Salvatore Rosito sposato da poco non ha visto nascere la bambina che aveva concepito con la moglie, la piccola venne alla luce tre mesi dopo la sua morte. La normativa sulla caccia al cinghiale prescrive che il cacciatore può fare fuoco solo quando vede il cinghiale in modo chiaro e nitido e non può sparare all’infrasco cioè lì dove vede delle foglie muoversi o ha la sensazione che ci possa essere un animale. Il processo ha visto imputato anche il capocaccia colpevole, a cui era stato imputato l’inadempimento dei propri doveri organizzativi anche al fine di evitare possibili incidenti.
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