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Cetraro, il presunto killer smascherato dal dna sceglie il silenzio

Uccise un avvocato e la moglie. Il duplice delitto compiuto a Vicenza il 25 febbraio 1991

Muto. Come un pesce. Umberto Pietrolungo, 58 anni, non ha aperto bocca davanti al Gip e al procuratore di Vicenza. S’è avvalso della facoltà di non rispondere di fronte alla sequela d’incroci genetici e dattiloscopici che lo descrivono come l’autore materiale d’un feroce duplice omicidio. Un crimine dimenticato per 34 anni, compiuto nel cortile di una palazzina del quartiere Torretti di Vicenza il 25 febbraio del 1991.
Il 58enne di Cetraro, che è difeso dall’avvocato Giuseppe Bruno, avrebbe ucciso la sera di quel giorno d’inverno l’avvocato Pierangelo Fioretto, 59 anni e la moglie, Mafalda Begnozzi, di 52. Una esecuzione senza sbavature, degna dei sicari a “contratto” cari alla cinematografia hollywoodiana. Il civilista veneto, dopo aver trascorso la giornata diviso tra il palazzo di giustizia vicentino e lo studio professionale, torna a casa intorno alle 20. Parcheggia, l’auto e scende. La moglie l’attende in casa, ha preprato la cena e si sono semntiti pochi minuti prima al telefono. Il legale chiuso lo sportello della vettura si rtrova davanti due uomini che gli puntano contro delle pistole semiautomatiche calibro 9 per 21 munite di silenziatore. s’impaurisce e lancia un grido disperato ma non riesce a fare altro: uno dei due killer spara, lo colpisce al torace e quando stramazza a terra gli esplode a bruciapelo un colpo alla nuca. la moglie, Mafalda, allarmata dall’urlo scende per le scale della palazzina frettolosamente e appena mette piede in cortile viene a sua volta fulminata da tre colpi esplosi dall’altro attentatore. Che poi la finisce con una pallottola alla testa. Gli assassini si allontanano velocemente dalla scena del duplice omicidio liberandosi per strada delle pistole e dei guanti indossati per non lasciare impronte.

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