Recovery, l'indagine sul narcotraffico nel Cosentino: confermate 112 misure. Regge l'impianto accusatorio per i nomi eccellenti
L’inchiesta della Dda di Catanzaro sul narcotraffico, denominata “Recovery, è passata indenne alla ghigliottina del tribunale del Riesame. I giudici del Tdl hanno confermato centododici delle centoquaranta misure cautelari. Solo ventotto non hanno superato lo step previsto dal Codice di procedura penale. In ogni caso si tratta di figure marginali del contesto criminale bruzio. Per il resto – e in attesa del processo – l’impianto complessivo dell’indagine, coordinata dal Capo della Procura antimafia Vincenzo Capomolla e dai sostituti Vito Valerio e Corrado Cubellotti, ha mostrato una certa solidità. I giudici del Riesame, infatti, hanno confermato tutte le misure cautelari emesse dal gip distrettuale nei confronti degli indagati eccellenti come Francesco Patitucci, Mario Piromallo, Roberto Porcaro, Antonio Illuminato, Silvia Guido, Simone De Marco, Bruno Calvelli, Luigi Garofalo, Augusto Cardamone, Franco Scorza, Filippo Maria Rende Granata, Francesco De Grandis, Egidio Cipolla, Giuseppe Carolei, Manuel Esposito, Francesco Viapiana e Francesco Guarnieri. Tutti dovranno essere considerati non colpevoli fino all’accertamento definitivo dei fatti che gli vengono contestati. L’indagine “Recovery” è considerata la “naturale conseguenza” della monumentale maxioperazione denominata “Reset” che che nel settembre del 2021 fece strame delle cosiddette “cosche confederate” che da anni ormai avevano assunto il controllo di ogni piega della vita sociale e economica nel comprensorio dell’area urbana Cosenza-Rende. L’inchiesta “Reset” in particolare ha avuto anche una propaggine politica. Nelle maglie dell’indagine è rimasto impigliato anche l’ormai ex sindaco di Rende Marcello Manna e l’ex assessore Pino Munno. Circostanza che – fatta salva sempre la presunta non colpevolezza dei due indagati fino all’accertamento definitivo dei fatti contestati – in seguito ha portato allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Dopo tre anni la Dda ha chiuso il cerchio con l’inchiesta denominata “Recovery” sul narcotraffico, circostanza che nella precedente indagine era stata solo accennata.